Il 2015 è l’anno dell’Expo di Milano, l’esposizione universale che ha come tema “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita”. Anche noi in questa puntata di “Diritti al Punto” portiamo a tavola l’alimentazione.
Quello alimentare è uno dei settori di punta della nostra economia, un fiore all’occhiello del made in Italy. Però, direttamente proporzionale è il rischio di incorrere in truffe.
Il falso made in Italy vale un giro d’affari di 54 miliardi di euro all’anno: una cifra sbalorditiva se consideriamo che – come abbiamo detto – il valore delle esportazioni italiane è la metà. Inoltre, secondo il Ministero dello Sviluppo economico i 2/3 dei prodotti commercializzati all’estero si riconducono apparentemente al nostro Paese, ma non sono di origine italiana.
Il problema delle truffe alimentari non coinvolge solo le esportazioni, ma anche il mercato interno. Il consumatore è tutelato da una serie di normative che regolamentano la commercializzazione degli alimenti, tra queste c’è la legge europea del dicembre 2014 sulle etichettature.
Ma, al di là di agromafie e di falso made in Italy, in questa puntata ci stiamo interrogando sulla faccia oscura dell’alimentazione. Al nucleo sta un paradosso: se ci pensiamo un attimo, oggi chiunque può mangiare ciò che desidera rispetto al passato; le ultime generazioni godono di un mercato alimentare capace di soddisfare ogni capriccio. Nonostante questo, o forse proprio per questo, siamo anche i più esposti: non parlo solo di truffe, ma anche di stili di vita scorretti.
È una sorta di rovescio della medaglia: possiamo avere tutto e spesso ci accontentiamo del peggio. Quante volte abbiamo preferito mangiare in un fastfood perché più veloce o più economico, piuttosto che alimentarci in modo sano?