Volkswagen, come aderire alla class action

In Italia la Volkswagen ha bloccato la vendita dei modelli Euro 5, ossia quelli con il motore sotto accusa: il diesel EA 189. Per chi possiede una vettura con i marchi Volkswagen, Audi, Seat e Skoda immatricolata prima dell’1 settembre 2015 si prospetta adesso un’attesa per la lettera di richiamo della casa madre che porterà alla ‘ripulitura’ della centralina dell’auto. In Italia i modelli truccati sarebbero circa un milione, secondo il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, che ha annunciato l’avvio di controlli sugli autoveicoli del gruppo. Inoltre la casa tedesca ha comunicato che il problema non riguarda i nuovi modelli Euro 6, quelli attualmente pubblicizzati in tv, giornali e Internet.

Ma ricordiamo cosa è accaduto. Volkswagen ha utilizzato un sofisticato software, un dispositivo di elusione capace di rimanere silente durante il normale funzionamento del motore ma di attivarsi durante i test di verifica e di omologazione, offrendo risposte in linea con i parametri sui gas di scarico inquinanti stabiliti dalla legge per i motori diesel. Questa soluzione ha permesso di mascherare durante i test della la produzione di inquinanti tra le 10 e le 40 volte superiori rispetto ai limiti consentiti.

Dieselgate è il nome di uno scandalo di portata mondiale. Almeno 10,5 milioni di vetture equipaggiate con il software truffaldino sarebbero sparse per il mondo, e soprattutto in Europa.

Dunque ci sarebbero i presupposti per una class action. Perciò chiunque sia possessore di un’auto diesel del gruppo Volkswagen, prodotta dal 2009 al 2015, anche non dei modelli fin qui sotto osservazione, potrebbe agire contro l’azienda tedesca e pretendere, almeno, un adeguato risarcimento.

Il Codacons ha iniziato la raccolta delle pre-adesione per l’azione collettiva. Gli interessati possono inviare un’email all’indirizzo info@codacons.it oppure andare sul sito web dell’associazione (www.codacons.it) e lasciare i propri recapiti.